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MICHELA MARZOCCHI

MICHELA MARZOCCHI (1995) 
Ho frequentato l’Accademia di Belle Arti di Bologna, con laurea triennale e poi biennale
(2020) in Arti Visive con indirizzo scultura.
La mia ricerca artistica da un paio d’anni verte su tematiche femministe, cercando di portare
una riflessione critica alle disuguaglianze sociali, disparità, discriminazioni e stereotipi di
genere. 

Il progetto:  “I don’t play music with my vagina”
Video, 2018
Questo lavoro nasce da un’esperienza personale nel mondo della musica. Anni fa avevo una band completamente al femminile, scelta dettata dal fatto che tutte le mie idee femministe vengono dalla musica, e dalle donne che per prime hanno cominciato a scardinare l’idea che la musica fosse una “cosa da uomini”.
Negli anni 70 era impensabile che una ragazza volesse fare parte di una band (soprattutto nel genere rock), e ancora oggi c’è una percezione simile, in cui spesso ci stupiamo quando vediamo suonare le donne un genere “aggressivo”. Senza contare che ancora il mondo musicale è principalmente gesto da uomini: secondo una statistica condotta da Forbes nel 2019, il 21.7% degli artisti: è donna, il 12.3% sono autrici e solo il 2.1% sono produttrici. Forbes
L’ambiente musicale ha pregiudizi nei confronti del genere impossibili da ignorare (si può pensare anche a quante donne musiciste devono sessualizzare il loro corpo per ottenere visibilità), e perfino nel mio piccolo (avevo una band decisamente di provincia) potevo notare questo pregiudizio.
Il lavoro che presento nasce per scardinare questi pregiudizi.
Ho registrato 4 musiciste donne e 4 musicisti uomini che eseguono un assolo col loro strumento (chitarra, basso e batteria) e creato una sequenza audio con tutte queste registrazioni che si susseguono in loop.
Infine, il video ci chiede di indentificare se chi sta suonando sia un uomo o una donna: è ovviamente impossibile capire chi sta suonando senza coordinate visive, e chi darà una risposta risponderà solo secondo il suo pregiudizio. Lo scopo è attivare quindi un pensiero, far capire che non esistono differenze che hanno a che fare col sesso nella musica.
Il titolo del lavoro deriva da un’intervista fatta alla cantante e chitarrista del gruppo degli anni ’90 “The Distillers”, che alla domanda “come ci si sente a essere la ragazza del gruppo”, lei rispose “non suono la chitarra con la mia vagina. Che differenza fa?”
Il lavoro è stato esposto alla Labs Gallery a Bologna nel 2018, utilizzando solo il file audio e sostituendo al video la stessa scritta applicata sul muro.